Gli studenti Ghislandi Anita, Lafqih Adam, Minelli Claudio, Scigliano Salvatore, Spolti Stefano, Avizzano Claudia e Toffetti Clara del liceo delle Scienze applicate del Liceo Don Milani di Romano di Lombardia (BG) hanno partecipato alla cerimonia di premiazione del concorso “Scuola: spazio al tuo futuro. La ISS: “Innovatio, Scientia, Sapientia” tenuta a Roma presso l’Auditorium del museo MAXXI, in presenza del Ministro dell’istruzione, università e ricerca Valeria Fedeli. Il concorso è stato indetto dal Ministero della Difesa e dal MIUR per la promozione di attività di ricerca e sperimentazione scientifica e tecnologia nel settore spaziale e per l’elaborazione di progetti innovativi interessanti per la stazione spaziale internazionale (ISS). Il progetto dell’ elaborato dal titolo “Project Scenedesmus” e coordinato dal prof. Tiraboschi Daniele è risultato secondo a livello nazionale per la categoria “Coltiva nello Spazio per coltivare meglio sulla Terra. “Project Scededesmus” nasce con l’obbiettivo di studiare alcune microalghe e capire i loro adattamenti a diverse condizioni ambientali per comprendere la loro capacità di vivere in pianeti extraterrestri o all’interno di basi spaziali. Questi microrganismi infatti potrebbero essere utilizzati come alimenti, fertilizzanti e depuratori biologici di acque. Biotecnologie simili sarebbero in grado anche di essere applicate in ambienti estremi del nostro pianeta per migliorare le condizioni dei paesi del terzo mondo. I dati raccolti durante quattro mesi di sperimentazione evidenziano come gli organismi appartenenti al genere Scenedesmus mostrino un potere fitodepurativo in presenza di alte concentrazioni di urina e la biomassa del genere Arthrospira (Spirulina), che non evidenzia la capacità di rendere fertile un terreno di tipo Marziano, manifesta invece elevate proprietà fertilizzanti in un tipico suolo Terrestre. Questa esperienza ha permesso a questi giovani di applicare metodologie innovative, sperimentare come veri scienziati e rafforzare le loro conoscenze e competenze scientifiche.
Eco di Bergamo
La Stampa